Una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è un gruppo di soggetti — cittadini, famiglie, imprese, condomini, enti locali — che decidono di collaborare per produrre, condividere e consumare energia elettrica generata da fonti rinnovabili, localmente.
In pratica, anziché ciascuno produrre o acquistare energia da soli, i membri della comunità si uniscono per sfruttare un impianto condiviso (ad esempio fotovoltaico, mini-eolico, biomasse, ecc.), e ne distribuiscono i benefici a livello locale.
Dal punto di vista giuridico, la CER è un soggetto autonomo che richiede una costituzione formale (associazione, cooperativa, ente del terzo settore, ecc.) e che opera entro un perimetro geografico definito, normalmente sulla stessa “cabina primaria” della rete elettrica locale.
I vantaggi principali
Adottare una CER comporta diversi benefici, che possiamo suddividere in tre macro-aree:
Ambientale
Riduzione delle emissioni di CO₂ grazie all’utilizzo di energie rinnovabili; maggiore autonomia energetica territoriale; minore dipendenza dalle grandi centrali fossili.
Economica
Minori costi energetici per i membri della comunità, grazie al fatto di auto-consumare l’energia prodotta o condividerla; possibilità di accedere a incentivi o tariffe agevolate; ottimizzazione dell’impianto tramite condivisione.
Sociale/local-territoriale
Rafforzamento della coesione sociale (i partecipanti collaborano e gestiscono insieme); contrasto alla “povertà energetica”; promozione di un modello partecipativo e sostenibile.
Perché pensarlo per un condominio
Nel contesto condominiale, la CER è particolarmente interessante: ad esempio in un edificio o complesso condominiale si può installare un impianto rinnovabile (sul tetto, nel cortile, su area comune) e mettere in comune la produzione per l’intero stabile o per le singole unità immobiliari. Questo modello si inserisce perfettamente in una logica di risparmio energetico, sostenibilità e partecipazione condivisa.
Nel contesto di un condominio lo sviluppo di una CER rappresenta un’opportunità concreta:
Si possono sfruttare le superfici comuni (tetto, terrazza, area condominiale) per installare impianti fotovoltaici o altre fonti rinnovabili, riducendo il costo per singolo condomino.
Il modello condominiale favorisce la condivisione e la suddivisione dei benefici (risparmio energetico, incentivi) tra tutti i partecipanti.
Insieme all’amministrazione condominiale e all’assistenza tecnica (che, come sai, fornisci già), si può sviluppare un progetto completo: installazione, contatori intelligenti, monitoraggio, gestione collettiva.
Inoltre, premia la trasparenza e la collaborazione fra condomini: definire insieme le regole di uso, condivisione, gestione del surplus e rendicontazione.
Come funziona nella pratica
Ecco i passaggi chiave per far partire una CER e renderla operativa:
- Costituzione del soggetto giuridico: serve una forma associativa (associazione, cooperativa, consorzio, ente) con statuto e atto costitutivo, che definisca ruoli, partecipazione, modalità di entrare/uscire.
- Individuazione dell’impianto: si scelgono le superfici e/o gli impianti da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomassa, ecc) che andranno a servire la comunità. Può essere un impianto nuovo o un potenziamento di uno esistente (nelle condizioni previste dalla normativa).
- Produzione e condivisione: l’energia prodotta viene utilizzata preferenzialmente all’interno della comunità. L’eccesso può essere immesso nella rete o gestito con accumuli, nei limiti e modalità previsti dalla normativa.
- Gestione tecnica e amministrativa: è necessario monitorare produzione, consumi, collegamento alla rete elettrica, contatori intelligenti (smart meters), sistemi di gestione e contabilizzazione.
- Benefici e incentivi: i partecipanti della comunità beneficiano di risparmi sull’energia, riduzione dei costi e delle emissioni, accesso a incentivi statali/nazionali.

